Avanti col PD

Il PD renziano forse non ha soddisfatto le aspettative in questi ultimi 4 anni. Probabilmente dai Governi Renzi e Gentiloni ci si aspettava di più.

C’è da ricordare però che in questi ultimi 4 anni la forza politica a cui appartengo ha trainato tutte le altre nella gestione di un Paese in recessione, dopo le necessarie misure economiche messe in atto dal Governo Monti, a valle di quei terribili 3 anni di malgoverno targato Lega – PdL.

Pochi sembrano ricordarsi che nel dicembre 2011 il Berlusconi IV non cadde per le questioni giudiziarie dell’allora Premier o per la sua maggioranza che perdeva pezzi ormai da più di un anno, ma perché con lo spread oltre i 500 punti (11 mesi prima era sotto i 180) mai eravamo stati così vicini al default.

Nel 2013 il PD si è caricato sulle spalle un Paese convalescente, dopo la dura ma necessaria cura del Governo Tecnico, e oggi ci restituisce un‘Italia non certo perfetta, ma in condizioni di salute decisamente migliori. Abbiamo una crescita debole, ma siamo usciti dal vortice che vedeva solo segni negativi, sono finiti i downgrade delle agenzie di rating, la produzione industriale è tornata a crescere (anche considerevolmente in alcuni settori), la disoccupazione è diminuita e alcune importanti riforme (lavoro, scuola, diritti civili, welfare) sono state finalmente attuate dopo decenni di dibattiti.

I Governi Renzi e Gentiloni non mi hanno soddisfatto. Lo dico. Sono però i Governi che più hanno fatto per questo Paese nella storia repubblicana.

Finalmente con questi Governi ho visto la politica riprendersi un ruolo nella gestione dello Stato, una politica preparata però, una politica dei Delrio, dei Minniti, dei Calenda, dei Padoan, dei Franceschini e dei Galletti. Si può non essere allineati con la loro idea di politica, ma non si può riconoscere loro la competenza e gli incredibili risultati ottenuti.

Dall’altra parte chi abbiamo? Abbiamo un movimento scomposto che non ha le idee chiare praticamente su nulla e che predica l’onestà (razzolando non benissimo) come unico parametro su cui valutare un politico. Decisamente svilente: l’onestà è la base, ma poi per governare il Paese deve esserci altro.

Abbiamo un gruppo di forze derelitte che si definisce “centrodestra” spaccato più o meno su tutto e che è rappresentato dagli stessi che condussero il Paese al disastro solo 6 anni fa e che sembrano ignorare i più basilari principi economici quando parlano di riforme.

Ebbene io non vi dico “votate Partito Democratico”. Votate ciò che volete, ma informatevi in autonomia e scientificamente, non su siti internet poco affidabili e attraverso le parole di chi un giorno è euroscettico e il giorno dopo no. Di chi promette riforme che comporterebbero manovre economiche di decine e decine di miliardi.

Valutate chi si è sempre dimostrato comunque affidabile, perché qui c’è da gestire un Paese e se sbagliate a votare, perché spinti dalla vostra pancia, il Paese rischia di venirne gravemente danneggiato. E non solo lui: anche voi, la vostra azienda, la vostra professione, la scuola dei vostri figli o la pensione della vostra nonna.
Cercate scientemente la responsabilità e la preparazione e votatele.

Dal canto mio ho scelto ancora una volta – benché non soddisfatto, ma non deluso – di votare ancora per la coalizione di Centrosinistra. L’ho deciso anche perché le squadre che il Partito Democratico e i suoi alleati propongono nel mio territorio sono di grande qualità.

Penso al mio Segretario ed ex compagno di Consiglio Comunale Alberto Maria Pilotto, alla già ViceSindaco Cherubina Bertola, all’Assessore di Villasanta Laura Varisco, candidata alla Camera dei Deputati e (anche se in un altro collegio) all’ottimo amico e parlamentare uscente Roberto Rampi.

La persona però che più mi motiva a votare per la nostra coalizione è il candidato all’uninominale alla Camera Pietro Virtuani.
Con Pietro ho iniziato a far politica e siamo cresciuti assieme, prima nei Giovani Democratici e poi nel PD e nelle istituzioni locali. Con lui ho condiviso la mia più che decennale storia politica. Pietro – nonostante la giovane età – è un cavallo politico di razza con una capacità di fare sintesi tra le diverse posizioni davvero rara, una lucidità di analisi da invidiare e una passione che davvero supera ogni limite.
Pietro è il PD che ci piace, il PD che sognavamo ai suoi esordi e che vive in molti dei suoi militanti, che siano ministri o semplici iscritti, quel PD di cui fantasticavamo nel lontano autunno 2006 e che in cui in pochissimi credevano, ma che con coraggio abbiamo portato nel nostro futuro.

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