Nostalgia della politica

Dopo il video di Pif ho avuto l’ennesima conferma di cosa sia divenuta la politica oggi e di come venga concepita da chi ci chiede di supportare un Governo 5 stelle. Cercherò di stimolare una riflessione.

Partiamo dalla frase “avete fatto un Governo con Verdini e Alfano e non potete farlo col M5S?”
Ebbene qui c’è tutta la vuotezza del “pensiero politico” di qualcuno: la questione non tocca minimamente i contenuti della proposta programmatica nostra o del M5S, ma si fonda solo su una valutazione meramente personale, quasi di simpatia o antipatia.

Ebbene perché dovremmo preferire politicamente Di Maio ad Alfano? Perché si dà per assodato che il Movimento 5 Stelle sia composto da “onesti” e si suggerisce molto poco velatamente che Alfano non lo sia? O che sia quantomeno un personaggio poco gradevole?

Ammettiamo per un momento che sia vero: e quindi?
Mi viene in mente quel video che girava qualche giorno fa in cui Fabio Volo (di cui non sono un estimatore) si chiedeva molto ingenuamente se la politica si fosse ridotta solo ad una differenza tra onesti e disonesti. Che la scelta debba cadere su un politico indipendente dalla sua preparazione: l’importante è che sia onesto e non disonesto.

Partendo dal presupposto che tali differenze dovrebbe farle la magistratura e non l’elettorato, stiamo davvero appiattendo tutto su questo unico confuso pensiero?
Dove sono le diverse ricette economiche, sociali e culturali? Dove sono le varie sfumature del pensiero politico? Nulla, zero. Non esiste più niente. Onesti e disonesti.

A nessuno è mai venuto in mente che forse tra gli onesti ci può essere una diversità di vedute? Ebbene no. Quindi ciò che il partito degli autoproclamati onesti dice è giusto, tutto il resto è sbagliato. Non solo: c’è sicuramente qualcosa di losco dietro una proposta diversa. E via di dietrologie campate per aria: no-vax, complottisti e via tutta la compagnia cantante.

Ebbene riusciamo a comprendere quanto sia dannoso far passare che esista una sola verità, proprietà di un solo movimento politico perché autoproclamatosi “onesto”? Comprendiamo quanto si svuoti ogni dibattito e si finisca a parlare solo di personalismi, di simpatie e di antipatie, di bello e di brutto?
È fascismo del pensiero, non quello col passo dell’oca e le violenze, ma quello più terribile della superficialità intellettuale.

La politica non è una partita di calcio: la politica in un Paese democratico è soprattutto dibattito tra persone che hanno soluzioni diverse ai problemi. Esiste un giusto e uno sbagliato? Probabile, ma nessuno ha in mano la risposta ex ante. È l’incontro delle diverse sensibilità che fa la politica in democrazia, non delle diverse persone, oneste o disoneste che siano.

Le questioni di onestà competono alla magistratura, la politica si occupi di ciò a cui è chiamata a rispondere. L’onestà è una condizione necessaria, ma assolutamente non sufficiente perché la tua ricetta sia quella giusta e perché tu sia adatto a guidare il Paese.

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